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Approccio nella gestione dei vitelli da latte: vitello in salute

Come allevare vitelli nelle prime fasi della loro vita

È opinione sempre più diffusa che una buona pratica di profilassi, per avere una mandria sana ed efficiente, sia senza dubbio la corretta gestione dei primi giorni di vita del vitello, fino ad arrivare allo svezzamento che, se effettuato a regola d’arte, garantisce un animale sano, che non avrà problemi di sviluppo e sarà caratterizzato con buona probabilità da un inserimento nel ciclo produttivo piuttosto precoce.

Oramai tutti i moderni allevatori sono consapevoli delle corrette prassi di svezzamento per allevare vitelli in modo sano e corretto, e sono passati i tempi nei quali i vitelli erano considerati delle specie di Highlanders in grado di cavarsela da soli, non valutando il primo periodo di vita come cruciale per la corretta crescita degli stessi.

Moltissime volte ci siamo trovati di fronte a gruppi di manze da ingravidare o in gestazione da poco, in condizioni di malnutrizione, ritardo nello sviluppo, postura che denotava sofferenza, pelo ispido eccetera. Tutti segnali di una condizione di non corretto svezzamento, che mostrava i suoi limiti a mesi di distanza, e che veniva spesso liquidata dall’allevatore con un (quantomeno discutibile): “sono manze che hanno solo bisogno di mangiare bene, e in un paio di mesi si rimettono in forma!”

Senza pretese di essere depositari del vero, cercheremo di seguito – avendo raccolto nella nostra esperienza lavorativa diverse indicazioni – di sistematizzare quelli che riteniamo essere i passi principali per provvedere ad accompagnare in modo efficiente il vitello nelle prime fasi della sua vita.

1 – Il periodo precedente alla nascita

Nell’ultimo periodo di gestazione della bovina, è buona prassi assicurarsi che la stessa non presenti elementi patologici infettivi trasmissibili al nascituro; si è inoltre riscontrato una significativa efficacia di una profilassi da applicare alle gestanti: le stesse andrebbero trattate dalla dodicesima alla terza settimana prima del parto mediante somministrazione di vaccino attivo contro le diarree neonatali sostenute da E.Coli (K99), Rotavirus e Coronavirus. Un approccio completo prevede inoltre la somministrazione di una quantità sufficiente di Selenio e Vitamina E alle bovine in gestazione.

2 – La nascita dei vitellini da latte

All’approssimarsi della nascita la gestante dovrebbe essere isolata nell’apposito box dedicato ai parti, ovviamente caratterizzato da elevati livelli di pulizia e igiene, con abbondanza di paglia pulita a disposizione.

Alla nascita del vitello bisogna provvedere alla pulizia del cordone ombelicale, mediante svuotamento dello stesso e immergendolo in Iodio in tintura al 7/10% mediante bicchiere dipping. Successivamente sarebbe bene provvedere al clampaggio del cordone, fino alla caduta naturale dello stesso.

clamp-ombelicale-pinza-ombelicale
Fig. 1: esempio di clamp ombelicale

Alla nascita il vitello deve essere trattato mediante somministrazione di colostro materno. La prima operazione da eseguire è verificare la qualità del colostro fornito dalla madre naturale, verifica facilmente attuabile mediante utilizzo di apposito (ed economico) Rifrattometro per la misurazione del Brix (vedi Fig. 2)

Rifrattometro per la misurazione del Brix
Fig. 2: Rifrattometro standard

La qualità del colostro – e la relativa decisione se somministrarlo o meno – si ricava dallo strumento visto sopra, e si valuta secondo la tabella di seguito:

Brix (%)lgG Conc. (g/L)Colostrum Quality
< 150 – 28Poor
15 – 2028 – 50Fair
20 – 3050 – 80Good
> 30> 80Very Good

Per ovviare ai problemi dovuti alla possibilità che il colostro materno sia di qualità scadente, è utile prevedere in azienda una cd “Banca del Colostro”: qualora partoriscano vacche con colostro a Brix G o VG, si procede a congelare l’eccedenza dello stesso, avendo cura di datare il contenitore, considerato che – una volta congelato – il prodotto deve essere usato entro i 12 mesi dalla produzione/stoccaggio.

In questo modo si riesce sempre a somministrare colostro di ottima qualità ai vitelli, fornendogli la prima somministrazione di anticorpi nel modo più efficiente possibile. Nel processo di somministrazione del colostro, giova ricordare che la capacità del vitello di ingerire IG (immunoglobine contenute nel colostro) si riduce del 50% dopo 6 ore dalla nascita, e di un ulteriore 30% dopo 8 ore: la bontà del colostro si azzera inoltre dopo 24 ore dal parto. Il vitello deve assumere almeno 2 litri di colostro il più presto possibile, e altri 2 (o almeno 1 lt) entro le 6/8 ore di vita. La somministrazione deve avvenire preferibilmente mediante sonda (calf drencher) per assicurare la totale somministrazione (fig. 3)

Sonda (calf drencher) per assicurare la totale somministrazione di colostro ai vitelli
Fig. 3: Calf Drencher

3 – Le prime settimane di vita

Dopo la scolostratura il vitello normalmente passa nella gabbietta singola, dove inizia la propria crescita verso lo svezzamento.

Nel primo periodo è buona cosa somministrare allo stesso quantità di latte secondo lo schema seguente.

PRIMA SETTIMANA: 

  • 1° pasto: 2 litri di latte intero se possibile pastorizzato.
  • 2° pasto: 2 litri di latte ricostituito preferibilmente spray (in misura di 150 grammi/lt).

SECONDA SETTIMANA:

  • 1° pasto: 3 litri di latte (intero o artificiale).
  • 2° pasto: 3 litri di latte (intero o artificiale).

TERZA SETTIMANA:

In assenza di evidenze patologiche aumentare la razione adeguandola ai singoli bisogni dei vitellini e vitelle da latte.

Occorre sottolineare che le buone prassi igieniche prevedono una pulizia costante delle gabbiette, con frequenti sanificazioni. È preferibile l’utilizzo di gabbie sollevate da terra, in modo da permettere una corretta pulizia e ventilazione sottogabbia, onde evitare ristagni dannosi di deiezioni. La paglia – gold standard per la lettiera dei vitelli – dovrebbe essere sempre asciutta e abbondante.

Per quanto riguarda il latte intero proveniente dalla mandria aziendale, è assolutamente necessario provvedere alla pastorizzazione dello stesso in modo sistematico, garantendo la somministrazione di un prodotto sempre salubre e non contaminato. 

Allo stesso modo bisogna porre particolare attenzione alla pulizia e disinfezione dei secchi utilizzati per la somministrazione della razione, al fine di limitare la circolazione di agenti virali. Si consiglia inoltre di mettere a costante disposizione del vitello acqua fresca e pulita, e – dalla prima settimana in poi – mangime cd. Starter, e modica quantità di fieno sottile (per es. loietto).

Non appena il vitello manifesta buona crescita e vitalità, è bene aumentare lo spazio a disposizione dello stesso, o mediante il ricorso a gabbie modulari (tipo Igloo) o tramite box fissi appositamente predisposti. Ciò per favorire la corretta deambulazione degli animali e il relativo benessere, con apprezzabili incrementi dei ritmi di crescita.

4 – Trattamento della diarrea nei vitellini di latte

Per combattere il principale nemico dello sviluppo del vitello suggeriamo i seguenti accorgimenti:

  • Analizzare i sintomi preventivamente e sospendere la normale somministrazione di latte.
  • Accertarsi che il vitello si reidrati con soluzione elettrolitica ed energetica (soluzione con 130 mmol di sodio) somministrata nella misura di 2/3 litri immediatamente e altri 4/5 nelle 24 ore, al fine di evitare la disidratazione, pericolo numero 1 delle diarree neonatali.
  • Nelle 24 ore è possibile somministrare latte (max 500 ml) per mantenere attive e inalterate le mucose gastriche.
  • Proseguire il trattamento fino a scomparsa della diarrea e ripresa del vitello.
  • Mettere sempre a disposizione del vitello abbondante acqua fresca e pulita.
  • Mantenere la lettiera asciutta e contrastare l’ipotermia derivante dalla condizione patologica, con lampade riscaldanti e cappottini.
  • Disinfettare i box al bisogno con soluzione antibatterica.

Conclusioni

Quanto sopra detto non ha valore assoluto scientifico, e si basa sulla esperienza da noi raccolta nelle visite periodiche nelle stalle, oltre che su approfondimenti su testi specifici e confronti con Veterinari aziendali. Riteniamo che il succo della questione non sia tanto nelle dosi del latte che si somministra o meno, o nel tipo di gabbietta utilizzata piuttosto che un’altra.

Il nostro intento è – come sempre – quello di fornire il nostro punto di vista, basato su osservazione, studio, ragionamento e confronto, al fine di essere se possibile di aiuto agli allevatori. Nel caso specifico ponendo l’accento sull’importanza che la corretta gestione e allevamento del vitello ricopre, nel trovarsi dopo i canonici 24 mesi, una manza in piena salute, efficiente e che possa dare essere fonte di soddisfazioni per l’allevatore che ha investito su di essa.

Se desideri ricevere maggiori informazioni su questa tematica oppure sei interessato al commercio di vitelli da latte o al ritiro di vitelli da latte baliotti, visita la pagina dedicata e contattaci subito per saperne di più o per ricevere una consulenza!

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